Un certo Daniel Nadler, studente alla Harvard University, sta cercando di portare la realtà immaginata in un film veramente surreale, Inception, nella vita di tutti i giorni, e più precisamente in un app per iPhone.
Una app che elabora ed influenza i sogni non può che chiamarsi Sigmund [link].
Quello che c’è dietro questa app è qualcosa di particolare: dopo aver selezionato da una a cinque parole chiave da una lista di 1000 keywords ( in inglese, che vi credevate…), una suadente voce femminile ve le ripeterà durante la fase più profonda del vostro sonno, quello REM, dove pare risiedano i sogni più vivi e coinvolgenti.
Secondo uno studio condotto dietro l’utilizzo di questa app, pare che un 40% del campione abbia affermato di essere stato suggestionato.
Il 23enne Nadler ha affermato che quello che succede in un cervello addormentato non può essere ricordato completamente, quindi la percentuale può essere ancora più alta.
Il bello della app è che non è necessario andare a dormire già con il suono della voce, ma semplicemente si comunica al software quale sia l’orario in cui ci si è coricati e lei fa il resto. Bella forza, pensare di andare a dormire con una voce robotica inglese che mi parla nelle orecchie non è che mi ispiri molta fiducia.
Nella lista delle parole chiave della app ci sono parole come “montagna“, “anaconda“, “panda“: tutti riferimenti a possibili soggetti di un sogno più o meno piacevole, pauroso o rilassante. Ci sono anche parole più osè come sesso, harem, battaglia e esercito.
Speriamo che non ci siano bachi di sistema che portano a sognare binomi come anaconda e sesso assieme: il risultato potrebbe essere … pericoloso.
Immaginate se un vostro amico usasse questa app: non sarebbe male inserirgli per scherzo la parola IMU e testare il giorno dopo l’umore generale. Non vedete l’ora, vero?