Adobe Creative Cloud e AdobeIPCBroker

Se sei capitato su questo articolo, forse anche tu hai esaurito il tuo credito di bestemmie contro la Adobe e i suoi programmi che causano diarrea, vomito e gastrite cronica.
Dreamweaver che “attende le altre applicazioni”, manco fosse sulla banchina di una cazzo di stazione, Photoshop che ti mette in attesa manco la segretaria di un avvocato.

Insomma, sta Adobe, ma come cacchio lavora?
Il Customer Care di Adobe è una schifezza mai vista, centinaia di post senza risposta (diciamo anche migliaia?), migliaia di persone con lo stesso problema e non uno straccio di risposta ufficiale, se non le canoniche risposte automatiche, utili come un pettine a Mengacci.

Nel mio caso specifico, dove varie prove, oltre ai soliti problemi di file JS in Dreamweaver che si schiantano, al lag mostruoso con un qualsiasi progetto in Bootstrap (inaccettabile, considerata la diffusione sul mercato), c’era una cosa che mi faceva veramente urlare invettive contro il demonio: l’eseguibile AdobeIPCBroker.exe.
Ho riscontrato che, ogni qual volta che DW o Photoshop andava in crash, AdobeIPCBroker.exe era lì, bello vivo e funzionante, che comunicava con la casa madre non so quali cazzo di istruzioni. Credo che, indicativamente, comunichi con Adobe se l’utente in questione è un utente attivo in Creative Cloud e, cosa più importante per loro, se ha pagato.

Personalmente ho risolto questo problema specifico (che mandava Dreamweaver e Photoshop in AppHangB1) rinominando AdobeIPCBroker in due posti:
1) C:\Windows\Prefetch: rinominate il file adobeipcbroker.exe.XXXXX (dove XXXXX sta per un po’ di HEX values) in qualcos’altro, o cambiategli semplicemente l’estensione
2) C:\Programmi x86\Common Files\Adobe\OOBE\PDApp\IPC\: rinominate il file AdobeIPCBroker.exe in AdobeIPCBrokerVAIAPRENDERLODOVEMERITI.exe
3) Andate in Task Manager e schiantate manualmente AdobeIPCBroker.exe: non ve ne pentirete e farete un nobile gesto verso la natura e l’umanità.

Adobe Creative Cloud: recensione

Adobe Creative Cloud
Vi postiamo qualche schermata del Cloud di Adobe, che ha, dalla versione CS6, fornito ai propri clienti questo nuovo sistema di licenza, che permette, a fronte di una spesa mensile, di usufruire di tutti gli applicativi, sia desktop che mobile, della software house californiana.

Appena effettuato il login, la schermata si presenta così:

Cliccando in alto su Applicazione e Servizi, si accede all’elenco degli applicativi installabili in locale sui PC/MAC dell’utente.
Chiariamo, poichè le spiegazioni in merito da parte di Adobe non sono di primo acchito chiarissime, che Creative Cloud permette l’utilizzo di tutti i software Adobe e di uno spazio web da 2gb espandibile: ogni applicazione sarà poi scaricabile in locale, installabile ed utilizzabile senza alcun bisogno di linea internet disponibile.

Adobe Dreamweaver CS6
Ci sono alcune succose novità per quanto riguarda Dreamweaver.
La prima è quella di poter creare, con un semplice click, un layout fluid grid style ( o tradotto in italiano, Layout a griglia fluida ): attraverso l’utilizzo delle colonne di riferimento poste sul background, è possibile indicare al CSS quale layout avrà nelle 3 configurazion principali: smartphone, tablet e desktop.

Dreamweaver andrà, sulla base delle vostre indicazioni, a generare un CSS utilizzando le media query, ossia indicando quale grafica dovrà avere ogni singolo elemento nelle visualizzazioni diverse. Questa tecnica è alla base del responsive design, ossia il realizzare una grafica che sia “responsiva” del device che si sta utilizzando: avremo quindi una grafica diversa ma controllata a seconda che si stia navigando con un PC fisso, un tablet oppure uno smartphone, lavorando sulla dimensione in pixel della laghezza della finestra.

Accanto alla possibilità di lavorare in maniera automatica ( ma fino ad un certo punto ) con le fluid grid, c’è l’integrazione con jQuery Mobile e Phonegap, progetto open source acquisito proprio da Adobe. Si potrà, con pochi click e previa registrazione ai servizi online di Phonegap, esportare il proprio progetto mobile in vari formati contemporaneamente ( iOs, Android, Blackberry, WebOS e Symbian ).

 

Applicazioni degne di nota: Evernote

Qualche tempo fa cercavo un’applicazione che mi desse la possibilità di sopperire alla mia mostruosa incapacità di ricordarmi le cose. Partendo dal presupposto che ho un iPhone, un iPad e qualche PC sparso, qua e la, in giro tra casa e ufficio, la cosa migliore sarebbe stata quella di avere una app sincrona su tutti i device.

Dopo aver provato varie applicazioni, più o meno degne di nota, mi sono imbattuto su Evernote, applicazione sviluppata dalla omonima ditta di stanza, guarda caso, a Mountain View, California.

L’applicazione su Windows è stabile e veloce e, cosa piuttosto importante e non sempre scontata, funziona sempre. A differenza di Wunderlist, web app tedesca che spesso e volentieri è down a causa di un Hosting piuttosto instabile, Evernote fa della semplicità il suo punto forte. E lo fa bene.

Quale è il vantaggio primario? L’avere una nota, una frase, un prezzo, sempre a disposizione, su qualsiasi device, a prescindere che l’abbiate inserito con l’iPhone, con un dispositivo Android o da un Mac Book Pro.

Quindi, qualsiasi piattaforma utilizziate, Evernote copre le vostre esigenze di fermare la vostra idea, il vostro appunto, nero su bianco. Non è cosa da poco.

Potete anche creare taccuini sincronizzati con un altro utente Evernote, potendo condividerne le note all’interno con il vostro eventuale team, e ricercare all’interno di tutte le note inserite attraverso l’uso di un comunissimo tag.

Un’altra funzione piuttosto carina è quella di poter integrare in Google Chrome un piccolo tool per ritagliare articoli dal web ed inserirli in una note, sempre a disposizione. Il modo migliore per non perdersi mai nel mare delle informazioni utili.

La notizia dell’ultim’ora è che Evernote ha conseguito il premio come miglior applicazione nella categoria Utilities & Services ai Webby Awards 2012, sia come Webby che come People’s Voice.

Potete seguire Evernote anche su Twitter qui.